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    Economia: Confesercenti-CER, l’inflazione riporta in negativo i redditi reali delle famiglie

    0
    By Claudio Saba on 09/03/2024 In evidenza, Nazionale

    consumi soldi redditi

    L’inflazione annulla la ripartenza dei redditi degli italiani, riportandoli – in termini reali – sotto i livelli prepandemia, con una perdita complessiva di oltre 6 miliardi di euro rispetto al 2019. Tra il 2019 ed il 2023, in valori nominali, il reddito medio delle famiglie italiane è passato da poco più di 38.300 euro a oltre 43.800 euro l’anno. Un salto di oltre 5.500 euro che, purtroppo, è solo virtuale, perché annullato di fatto dall’aumento dei prezzi: al netto dell’inflazione, infatti, nel 2023 il reddito reale medio per famiglia è ancora 254 euro (-0,7%) inferiore a quello del 2019.

    È quanto emerge da elaborazioni sui redditi delle famiglie e sull’occupazione effettuate da CER e Ufficio Economico Confesercenti sulla base dei dati disponibili Istat, a quattro anni dall’annuncio del lockdown del 9 marzo 2020.

    Calano i redditi da trasferimenti pubblici. Ad arginare il calo del reddito medio delle famiglie italiane, la crescita del reddito medio da lavoro autonomo – professionisti, imprenditori, partite IVA – che, al netto dell’inflazione, nel 2023 supera i 43.600 euro, quasi 1.600 euro in più rispetto al 2019. Variazione positiva anche per il reddito derivato da altre fonti, voce che include i redditi da capitale, da patrimoni, da rendite finanziarie etc., che cresce di 1.178 euro rispetto a cinque anni fa.

    Nello stesso periodo, il reddito medio in termini reali da lavoro dipendente segna un mini-aumento di 180 euro. Calano nettamente, invece, i redditi da trasferimenti pubblici (-1.819 euro), che includono pensioni, indennità e altri sussidi. A pesare è l’adeguamento solo parziale delle pensioni al caro-vita del periodo, contestualmente al progressivo esaurimento, a partire da metà 2023, del reddito di cittadinanza.

    Gli andamenti nelle regioni. Il calo del reddito medio rilevato a livello nazionale è la sintesi di tendenze territoriali molto diverse tra loro. Per le famiglie di sette regioni, il bilancio è positivo, prevalentemente a nord: a registrare un aumento del reddito medio in termini reali rispetto al 2019 sono infatti Valle d’Aosta (+2.951 euro, l’incremento più alto), Lombardia (+1.930 euro), le province autonome di Trento (+1.639 euro) e Bolzano (+2.237 euro), Veneto (+241 euro) e Friuli-Venezia Giulia (+483 euro).

    Tra le regioni che hanno ‘battuto’ l’inflazione, anche la centrale Umbria (+1.391 euro sul 2019) e, nel mezzogiorno, la Puglia (+150 euro) e la Basilicata, che vede il reddito medio reale crescere di 2.907 euro in cinque anni, l’incremento maggiore dopo quello della Valle d’Aosta: un risultato positivo, cui ha contribuito lo sviluppo nella regione, negli ultimi anni, delle industrie estrattive e turistica. La maggior parte dell’Italia, invece, resta indietro: il confronto tra il reddito medio reale del 2023 e quello del 2019 è negativo in tutte le altre regioni, con variazioni comprese tra i -69 euro l’anno del Molise e i -4.000 euro delle famiglie della Sardegna, che subiscono il crollo di reddito reale più rilevante.

    La maglia nera, però, resta alla Calabria: il reddito medio reale delle famiglie della regione nel 2023 è di poco sotto i 29mila euro l’anno, oltre 18mila euro in meno del reddito medio reale delle famiglie di Bolzano (oltre 47mila euro l’anno).

    L’andamento dell’occupazione. Al contrario dei redditi reali, la ripartenza del lavoro non si è fermata: tra il 2019 ed il 2023, il numero di lavoratori è cresciuto costantemente ogni anno, passando da 23,1 milioni a 23,5 milioni con un aumento netto di quasi 394mila occupati.

    Anche in questo caso, il dato medio nazionale cela andamenti territoriali molto differenti tra loro: a beneficiare della maggiore crescita dell’occupazione è la Puglia, che registra una variazione positiva di quasi 79mila lavoratori in cinque anni, il +6,5%. Seguono il Veneto (+75mila lavoratori, +3,5%) e la Sicilia (+59mila, +4,4%). Solo quattro regioni subiscono un declino del numero di occupati rispetto al 2019: la Sardegna (-5.900 lavoratori, pari ad una flessione del -1%, la Calabria (-9.800, -1,8%), il Molise (-2.800, -2,6%) e il Piemonte che con la perdita di oltre 15mila occupati (-0,8%) è, in termini assoluti, tocca la maglia nera nella classifica dell’occupazione degli ultimi cinque anni.

    “La misurazione dei livelli di reddito ‘reali’ dei cittadini è, a nostro parere, essenziale per valutare non solo lo stato di salute, ma anche quello di ‘benessere’ della nostra economia. Mutuando un termine medico, potremmo definirli un ‘marker’ fondamentale, da mantenere costantemente sotto controllo. Anche perché sono i redditi reali a determinare la capacità di spesa delle famiglie, e i consumi contribuiscono per oltre il 58% alla formazione del nostro prodotto interno lordo”, commenta Confesercenti

    “Soprattutto in una fase come quella attuale, in cui fattori di perturbazione di origine globale rallentano il contributo di esportazioni e investimenti, lo sviluppo economico del nostro Paese non può prescindere dalla rivitalizzazione dei redditi e quindi dei consumi. L’ultima manovra di bilancio si è concentrata proprio su questo fronte, con effetti positivi: secondo le nostre stime, taglio del cuneo e rimodulazione delle aliquote fiscali IRPEF dovrebbero infatti generare quest’anno una spinta di +5,6 miliardi di euro alla spesa delle famiglie, più della metà della crescita complessiva dei consumi prevista per il 2024 (+10,9 miliardi di euro). Per questo, riteniamo importante iniziare a considerare già ora come reperire le risorse che consentano di rendere permanente la riduzione del cuneo contributivo. Sarebbe auspicabile anche un’accelerazione della riforma fiscale: necessario, in particolare, detassare gli aumenti retributivi. Un intervento che darebbe una mano alla contrattazione tra le parti sociali e permetterebbe alle famiglie di recuperare più velocemente il potere d’acquisto perso a causa dell’inflazione”.

    Tab.1 Reddito medio delle famiglie italiane in euro, 2019-2023. Valori nominali e reali con base anno 2019

    2019

    2020

    2021

    2022

    2023

    Variazione 23/19

    euro

    %

    Redditi nominali

    38.319

    37.786

    39.144

    41.610

    43.857

    +5.538

    +14,5

    Redditi reali

    38.319

    37.740

    38.484

    38.014

    38.065

    -254

    -0,7

    Tab.2 Reddito medio reale (valori base 2019) per fonte di reddito in euro, confronto 2019-2023

    2019

    2023

    Variazione 23/19

    Lavoro dipendente

    36.164

    36.344

    +180

    Lavoro autonomo

    42.052

    43.639

    +1.587

    Trasferimenti pubblici

    27.973

    26.154

    -1.819

    Da altri (rendite finanziarie, da patrimonio etc..)

    20.002

    21.180

    1.178

    Tab. 3 Reddito medio reale (valori base 2019) nelle regioni italiane, 2019-2023

    2019

    2020

    2021

    2022

    2023

    Variazione 23/19

    euro

    %

    Piemonte

    39.094

    38.506

    38.544

    37.782

    37.293

    -1.801

    -4,6

    Valle d’Aosta

    39.786

    38.782

    41.127

    41.833

    42.737

    +2.951

    +7,4

    Liguria

    38.144

    37.322

    36.087

    36.790

    35.603

    -2.541

    -6,7

    Lombardia

    43.228

    43.158

    45.802

    46.173

    45.158

    +1.930

    +4,5

    Prov. Aut. Bolzano / Bozen

    45.095

    45.120

    48.016

    51.352

    47.332

    +2.237

    +5,0

    Prov. Aut. Trento

    40.938

    41.493

    42.477

    44.231

    42.576

    +1.638

    +4,0

    Veneto

    42.629

    41.277

    42.421

    44.184

    42.870

    +241

    +0,6

    Friuli-Venezia Giulia

    38.321

    39.181

    40.030

    41.771

    38.804

    +483

    +1,3

    Emilia-Romagna

    44.435

    43.377

    45.373

    47.147

    43.601

    -834

    -1,9

    Toscana

    42.332

    41.046

    41.983

    45.392

    41.601

    -731

    -1,7

    Umbria

    39.726

    38.712

    42.191

    43.969

    41.117

    +1.391

    +3,5

    Marche

    41.162

    40.014

    38.597

    41.905

    38.400

    -2.762

    -6,7

    Lazio

    39.671

    38.675

    38.623

    41.560

    37.420

    -2.251

    -5,7

    Abruzzo

    34.484

    28.988

    32.978

    35.036

    33.492

    -992

    -2,9

    Molise

    30.550

    29.775

    30.370

    33.677

    30.481

    -69

    -0,2

    Campania

    31.047

    29.990

    29.715

    33.041

    29.750

    -1.297

    -4,2

    Puglia

    31.957

    30.997

    31.722

    36.097

    32.107

    +150

    +0,5

    Basilicata

    28.735

    31.494

    32.021

    34.880

    31.642

    +2.907

    10,1

    Calabria

    30.342

    32.561

    29.914

    33.523

    28.937

    -1.405

    -4,6

    Sicilia

    29.320

    30.135

    30.391

    34.382

    30.327

    +1.007

    3,4

    Sardegna

    33.300

    32.659

    30.574

    34.174

    29.299

    -4.001

    -12,0

    Tab.4 Numero di occupati in Italia e per regione, 2019-2023 (elaborazioni…)

    2019

    2020

    2021

    2022

    2023

    Variazione 23/19

    Migliaia

    %

    Italia

    23.109

    22.385

    22.554

    23.099

    23.503

    +393,9

    +1,7

    Piemonte

    1.813

    1.748

    1.767

    1.785

    1.797

    -15,1

    -0,8

    Valle d’Aosta / Vallée d’Aoste

    55

    53

    53

    55

    57

    +1,6

    +2,8

    Liguria

    602

    580

    595

    616

    630

    +27,9

    +4,6

    Lombardia

    4.451

    4.315

    4.333

    4.424

    4.480

    +29,3

    +0,7

    Prov. Aut. Bolzano / Bozen

    260

    252

    250

    263

    263

    +4,0

    +1,5

    Prov. Aut. Trento

    241

    234

    237

    243

    246

    +5,3

    +2,2

    Veneto

    2.154

    2.075

    2.081

    2.145

    2.229

    +75,2

    +3,5

    Friuli-Venezia Giulia

    508

    506

    510

    521

    519

    +10,5

    +2,1

    Emilia-Romagna

    2.026

    1.966

    1.978

    2.001

    2.013

    -13,5

    -0,7

    Toscana

    1.584

    1.544

    1.546

    1.618

    1.629

    +44,6

    +2,8

    Umbria

    358

    348

    354

    352

    359

    +0,9

    +0,3

    Marche

    632

    612

    617

    639

    639

    +6,6

    +1,0

    Lazio

    2.333

    2.259

    2.266

    2.321

    2.371

    +37,1

    +1,6

    Abruzzo

    493

    475

    484

    483

    500

    +7,8

    +1,6

    Molise

    108

    104

    100

    103

    106

    -2,8

    -2,6

    Campania

    1.626

    1.570

    1.592

    1.641

    1.674

    +48,4

    +3,0

    Puglia

    1.216

    1.188

    1.207

    1.267

    1.295

    +78,7

    +6,5

    Basilicata

    188

    184

    189

    189

    192

    +4,0

    +2,2

    Calabria

    539

    514

    521

    529

    529

    -9,8

    -1,8

    Sicilia

    1.342

    1.305

    1.311

    1.337

    1.401

    +59,0

    +4,4

    Sardegna

    582

    552

    563

    566

    576

    -5,9

    -1,0

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