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    Tassi: BCE, pronti ad aumentarli ancora

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    By Claudio Saba on 22/09/2022 In evidenza, Nazionale

    Economia in stagnazione, segnali chiari frenata. Prezzi gas rimarranno straordinariamente alti

    La BCE, dopo la stretta da tre quarti di punto a inizio settembre, “si attende di aumentare ulteriormente i tassi di interesse nelle prossime riunioni per frenare la domanda e mettere al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative d’inflazione”. L’aumento dei prezzi, sottolinea infatti l’Istituto centrale europeo, “si manterrà probabilmente su un livello superiore all’obiettivo per un prolungato periodo di tempo”.

    E’ quanto si legge nel Bollettino economico della Banca centrale che ricorda l’inflazione al 9,1% ad agosto e la revisione al rialzo delle proiezioni degli esperti all’8,1% nel 2022, al 5,5 nel 2023 e al 2,3 nel 2024.

    “Dopo il recupero osservato nella prima metà del 2022 i dati recenti indicano un considerevole rallentamento della crescita nell’area dell’euro, con l’economia che dovrebbe ristagnare nel prosieguo dell’anno e nel primo trimestre del 2023“, si legge ancora nel Bollettino economico della Banca centrale europea, che nota la discesa ad agosto dell’indice Pmi dei servizi “che indica una stagnazione dell’attività”. Secondo la Bce “vi sono chiari segnali di un protratto rallentamento dell’attività economica in un contesto di elevata inflazione e perdurante incertezza collegate alla guerra in Ucraina e agli andamenti connessi all’energia”.

    Prezzi del petrolio in discesa, ma per il gas rimarranno elevati

    “Gli indicatori ricavati dai mercati suggeriscono che, nel breve periodo, i prezzi del petrolio scenderanno, mentre quelli all’ingrosso del gas si manterranno su livelli straordinariamente elevati“, spiega la Banca centrale europea. “L’inflazione dei beni alimentari – si legge ancora – è cresciuta sensibilmente, dal 9,8 al 10,6% tra luglio e agosto, spinta al rialzo dalle quotazioni mondiali delle materie prime alimentari e dall’aumento dei loro prezzi alla produzione nell’area dell’euro”.

    “Alla luce del deterioramento delle prospettive economiche e delle attuali pressioni inflazionistiche, è probabile che la capacità di tenuta delle imprese dipenda anche dal perdurare del sostegno fornito dalle politiche economiche, in particolare da quello offerto dalle autorità di bilancio”, si legge nel bollettino. “Le misure di sostegno di bilancio volte ad attutire l’impatto dei rincari dell’energia dovrebbero essere temporanee e indirizzate alle famiglie e alle imprese più vulnerabili, in modo da limitare il rischio di alimentare pressioni inflazionistiche, migliorare l’efficienza della spesa pubblica e preservare la sostenibilità del debito”.

    “Con l’economia mondiale in rallentamento, i rischi per la crescita sono orientati principalmente al ribasso, in particolare nel breve periodo e il protrarsi della guerra in Ucraina continua a rappresentare un rischio significativo per la crescita, soprattutto se imprese e famiglie dovessero affrontare un razionamento delle forniture di energia”, conclude la Bce. “In una tale
    situazione si potrebbe assistere a un ulteriore deterioramento del clima di fiducia e a un nuovo inasprimento dei vincoli dal lato dell’offerta. Anche i costi dei beni energetici e alimentari potrebbero rimanere persistentemente più elevati delle attese. Inoltre, un ulteriore peggioramento delle prospettive economiche mondiali potrebbe agire da freno aggiuntivo alla domanda estera dell’area dell’euro”.

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