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Ristorazione pilastro del turismo: nel 2025 spesa estera a 12,7 miliardi. Con cucina italiana patrimonio Unesco fino a 18 milioni di presenze in più in due anni

18/11/2025
Banchieri (Fiepet): “La ristorazione è un pilastro dell’esperienza turistica italiana. Se la cucina italiana diventerà patrimonio mondiale, l’impatto sarà immediato e significativo: possibili fino a 18 milioni di presenze in più in due anni”

La spesa dei turisti stranieri nei ristoranti, nei bar e nei pubblici esercizi italiani continua ad aumentare. Nel 2024 i visitatori internazionali hanno speso 12,08 miliardi di euro, con un incremento del 7,5% rispetto al 2023. Le anticipazioni del 2025 indicano una crescita ulteriore e un totale atteso di circa 12,68 miliardi di euro, pari a un aumento del 5%. Parallelamente, i viaggi turistici legati all’enogastronomia generano oggi 9 miliardi di euro di spesa diretta, un valore che conferma quanto la cucina italiana sia ormai uno dei principali motivi di scelta della destinazione.

È quanto emerge dalle stime elaborate da Fiepet Confesercenti su dati Banca d’Italia, Unioncamere e Movimprese, e diffuse in occasione dell’assemblea nazionale per la riconferma di Giancarlo Banchieri alla guida dell’associazione di categoria.

Se la cucina italiana dovesse essere proclamata patrimonio mondiale, l’impatto sulle presenze turistiche sarebbe immediato. Le valutazioni Fiepet indicano incrementi realistici tra il 6% e l’8% nei primi anni successivi al riconoscimento, per poi assestarsi su una crescita più moderata, tra il 2% e il 3%, nell’arco dei cinque anni successivi. Complessivamente, è possibile che la spinta generi circa 18 milioni di presenze turistiche in più in due anni. Oltre all’aumento dei visitatori, si aprirebbe un ventaglio di opportunità economiche e culturali. La dieta mediterranea troverebbe un nuovo slancio internazionale; le tipicità locali e i territori di produzione delle eccellenze potrebbero beneficiare di un’attenzione rinnovata; crescerebbe la domanda per modelli di alimentazione sana, insieme al potenziale di espansione dell’export agroalimentare. Si tratterebbe, in sintesi, di una leva promozionale di valore incalcolabile per migliaia di imprese della ristorazione, dell’agroalimentare e dell’accoglienza.

“Alcuni benefici sarebbero quasi automatici”, osserva Giancarlo Banchieri, Presidente nazionale Fiepet Confesercenti. “Un riconoscimento UNESCO agirebbe da moltiplicatore per turismo, economia e immagine del Paese. Ma perché questa spinta si traduca in sviluppo reale servono politiche lungimiranti: semplificazione amministrativa, sostegno agli investimenti, formazione qualificata e regole stabili per le imprese che ogni giorno rappresentano l’Italia. E c’è un tema che non possiamo più eludere: un’impresa della ristorazione su due fatica a trovare personale, non solo per carenza di candidati, ma per mancanza di competenze adeguate. Le imprese hanno bisogno anche di lavoratori provenienti dall’estero, ma occorre un passo in avanti deciso: serve lavorare sulla formazione fuori dai confini nazionali e serve un sostegno concreto, perché finora abbiamo fatto tutto da soli. Senza un intervento strutturale, il divario tra domanda e offerta continuerà a frenare il settore proprio mentre le opportunità crescono”.

Il quadro imprenditoriale del settore, intanto, rivela una fase di trasformazione profonda. In dieci anni il comparto della ristorazione ha visto un incremento complessivo di 1.467 imprese attive, ma il confronto 2024-2023 registra la cessazione di 4.038 attività, con Lombardia, Veneto, Lazio e Sicilia tra le regioni più colpite. Il Sud e le Isole mostrano invece una capacità di espansione più robusta, mentre Nord e Centro registrano dinamiche negative. Le imprese individuali restano la forma giuridica prevalente, confermando un settore ancora caratterizzato da microimprenditorialità diffusa. I dati Istat sul fatturato dei servizi di ristorazione mostrano nel 2025 una crescita media dell’1,7%, mentre il confronto europeo 2015–2024 (Eurostat) segnala per l’Italia un aumento del 35,8%, inferiore sia alla media UE sia ai principali competitor.

“La ristorazione italiana resta un simbolo, un presidio culturale, un motore economico” conclude Banchieri. “Se il mondo riconoscerà ufficialmente il valore della nostra cucina, dovremo essere pronti a trasformare questa occasione in sviluppo duraturo. Le imprese stanno reagendo, ma hanno bisogno di essere accompagnate”.

 

L’articolo Ristorazione pilastro del turismo: nel 2025 spesa estera a 12,7 miliardi. Con cucina italiana patrimonio Unesco fino a 18 milioni di presenze in più in due anni proviene da Confesercenti Nazionale.

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