Oggi al Senato a ribadirlo in conferenza stampa, in attesa dell’emendamento annunciato dal Governo, insieme al Sen. Roberto Rosso FIMAA, FIAIP e ANAMA
Le locazioni turistiche hanno assunto un ruolo centrale per l’economia italiana e costituiscono una fonte di reddito essenziale per numerose famiglie, eppure la legge di Bilancio 2026 rischia di assestare un duro colpo a questo settore anche con l’obiettivo – frutto di un’erronea valutazione del problema – di rivitalizzare il mercato delle locazioni residenziali. Sono i temi che hanno affrontato questa mattina – presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato – le Federazioni FIMAA, FIAIP e ANAMA nel corso della conferenza stampa “Il valore delle locazioni brevi”, organizzata su iniziativa del Senatore Roberto Rosso, Responsabile nazionale del Dipartimento CASA di Forza Italia. All’evento hanno partecipato il Vicepresidente Vicario di FIMAA, Maurizio Pezzetta; il Presidente nazionale di FIAIP, Fabrizio Segalerba; e il Presidente nazionale di ANAMA, Renato Maffey.
Il settore delle locazioni brevi ha registrato una netta crescita in Italia nel 2025. Nei primi 8 mesi dell’anno ha registrato un valore delle prenotazioni di oltre 8,2 miliardi di euro, ma se si considerano i riflessi sulla ristorazione, i trasporti, la cultura e lo shopping, l’impatto sul PIL vale altri 32,9 miliardi. E ancora, ha garantito altri 600 milioni circa per manutenzioni delle case. Il tutto con rilevanti riflessi anche per l’Erario. Il settore inoltre impiega 30mila operatori, se si considera anche l’indotto il bilancio sale a 150mila posti di lavoro.
Nella maggior parte dei casi si tratta di proprietari d’immobili e piccoli “imprenditori”: il 96% delle persone loca un solo appartamento, che nel 30% dei casi proviene da un’eredità, e per questo il segmento delle locazioni brevi rappresenta un sostegno essenziale per le famiglie. Allo stesso tempo, il fenomeno contribuisce a diversificare l’offerta ricettiva, affiancandosi alle soluzioni tradizionali e rispondendo alle esigenze di chi necessita di soggiorni brevi per motivi di lavoro, studio, salute o turismo.
Il settore delle locazioni brevi, tuttavia, viene spesso accusato di essere il principale responsabile dell’emergenza abitativa. E la politica a più riprese si lascia influenzare da questa interpretazione. La legge di Bilancio – attualmente all’esame della Commissione Bilancio del Senato – con l’art. 7 punta, ad esempio, a aumentare al 26% la cedolare secca per chi concede in locazione breve un immobile tramite mediatori immobiliari o piattaforme di intermediazione. L’accusa però è smentita dai fatti, visto che solo una parte minima del patrimonio immobiliare viene utilizzata per le locazioni brevi: la media nazionale è del 2%, in alcune grandi città con particolare vocazione turistica – come Firenze – si arriva al 6%.
“La crisi abitativa non è causata dagli affitti brevi – hanno sottolineato i rappresentanti della Consulta Interassociativa Nazionale dell’Intermediazione Immobiliare, Pezzetta (FIMAA), Segalerba (FIAIP) e Maffey (ANAMA) – parliamo in media del 2% delle abitazioni, con punte del 6% solo in alcune città turistiche, mentre in Italia ci sono oltre 6 milioni di immobili vuoti. Molti proprietari tengono le case sfitte perché scoraggiati da contratti rigidi, rischi di morosità, difficoltà di rientrare in possesso dell’immobile e da una fiscalità che penalizza gli affitti di lungo termine. Servono quindi interventi mirati, normativi e fiscali, per riportare gli immobili sul mercato e rispondere davvero all’emergenza abitativa, proposte che abbiamo già presentato a livello europeo. Colpire le locazioni brevi con nuove tasse non risolve il problema – concludono Pezzetta, Segalerba e Maffey – significherebbe solo penalizzare famiglie, piccoli proprietari e un mercato fatto di turismo accessibile.”
L’articolo Immobiliare (FIMAA-FIAIP-ANAMA): “No all’aumento delle tasse sulla casa, anche se affittata per periodi brevi. Sì a politiche abitative ed interventi mirati per risolvere l’emergenza casa” proviene da Confesercenti Nazionale.
